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Il mare della vita

Ho attraversato il mondo a mare. Ho ancorato il cuore nei porti  più esecrabili, dove l'odore  del pesce e del vino si mescola al tanfo  dell'urina. Ho conosciuto rabbia e disprezzo, delusione e sofferenza; mi sono perso un milione di volte nella profondità dell'anima, immersa nelle ostili oscurità delle avversità,  che con le loro tempeste  mi hanno trascinato esausto sulla riva della salvezza. La quiete! Terra straniera, sconosciuta compagna che cancella e guarisce  con le  sue piume bianche  le mie storie infinite. Ho attraversato il mondo a mare,  e ne sono fiero, ho vinto e perso  le mie battaglie senza vergogna,  senza rimpianti ne compromessi. Finalmente posso guardare il mare della vita a muso duro, consapevole che l'amore vince su tutto. 2011 

Dopo Auschwitz di Yehuda Amichai


Dopo Auschwitz non c’è teologia:
dai camini del Vaticano si leva fumo bianco,
segno che i cardinali hanno eletto il papa.
Dalle fornaci di Auschwitz si leva fumo nero,
segno che gli dei non hanno ancora deciso di eleggere
il popolo eletto.
Dopo Auschwitz non c’è teologia:
le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio
sono i numeri telefonici di Dio
da cui non c’è risposta
e ora, a uno a uno, non sono più collegati.

Dopo Auschwitz c’è una nuova teologia:
gli ebrei morti nella Shoah
somigliano adesso al loro Dio
che non ha immagine corporea né corpo.
Essi non hanno immagine corporea né corpo.

Yehuda Amichai

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