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Sai amore...

L'assidua voglia d'amarti di sempre s'è spenta dentro un'altra poesia,  nascosta tra la piega del tuo u ltimo sorriso.   Ricordi amore, quella sera era la prima vera sera d'amore: avevi i capelli raccolti da una spilla lucente, gli occhi assai teneri, una lunga gonna con uno spacco lungo;  ti posai la mano in mezzo alle gambe fredde, con la lingua ti cercai la lingua; ricordi amore, ti sfiorai lo slip, eri leggermente umida credo d'amore, tu mi serrasti la mano  tra le tue cosce, volesti che ti scostassi lo slip color cipria, le labbra che m'invocavano la lingua; ricordi cara, ci giurammo amore eterno perché  non fu soltanto sesso.  E sono tante le volte che penso a quella nostra prima volta, ora che te ne vai con un mezzo sorriso stampato  sul viso,  mentre reciti convenevoli addii: "Sai amore... mi dispiace"

Thomas Edison

 



Breve storia del piccolo Thomas Edison


Un giorno Thomas Edison tornò a casa e consegnò un foglio a sua madre.

Le disse: “La mia insegnante mi ha dato questo foglio e mi ha detto di farlo leggere solo a te”.  Gli occhi di sua madre erano pieni di lacrime mentre leggeva ad alta voce la lettera a suo figlio, “Tuo figlio è un genio. Questa scuola è troppo limitata per lui e non ha insegnanti abbastanza bravi per formarlo. Per favore, fagli tu da insegnante.”

Molti anni dopo la morte di sua madre, Edison era diventato uno dei più grandi inventori del secolo. Un giorno stava sistemando un vecchio armadio e trovò, un po’ spiegazzata, la lettera che gli fu data dal suo insegnante per sua madre.  La aprì e lesse il messaggio che vi era scritto sopra: “Suo figlio ha dei problemi mentali. Purtroppo non possiamo più lasciargli frequentare la nostra scuola. È espulso.”

Dopo aver letto ciò, Edison si commosse profondamente. Scrisse quindi nel suo diario: “Thomas Alva Edison era un bambino malato di mente, la cui madre lo trasformò nel genio del secolo”.

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