Dablokesh è il nome d'arte di Antonio Mariani, un artista e scrittore italiano, che esprime la sua vita, la sua cultura e la sua filosofia attraverso la scrittura.
Fiammelle di candele si fanno belle come stelle che omaggiano con timido splendore i tuoi occhi chiari di luna piena. Luce e ombre sulle pareti e nei capelli tuoi raccolti da un nastro rosso come sole di tramonto. Fuori dai vetri l'inverno esalta il meglio di sé: leggiadri fiocchi di neve lentamente ricoprono l'abete e l'agrifoglio sul muschio profumato di cose vissute, sopra piccole sporgenze di stretti percorsi di pietre e radici che costeggiano il bosco assopito nel silenzio. Sereni i nostri cuori dentro queste mura calde davanti al focolare che unisce il nostro amore. Tu, che mi stringi le mani forte sui tuoi fianchi benedetti in questo giorno di festa e vino rosso, tra il profumo di mandarini e castagne sul fuoco nell'attesa che venga Natale e l'anno Nuovo. Di questi notti che vorrei non finissero mai per non tornare a respirare le cose di sempre, tra il rumore della pazza folla che non so più amare . 2011
lentamente; la gente sviene in ogni luogo: lungo le strade,
nelle case, nei negozi senza più cassiere, nei ristoranti
che non ristorano più, negli hotel senza più stelle, nei treni
arroventitati, insomma ovunque: basti pensare che le gomme
delle auto si squagliano come burro; l'Arno è la
dimostrazione inconfutabile dello scempio apocalittico
fiorentino: centinaia di pesci, talpe, resti di carcasse di
animali d'ogni specie e brandelli di carne, sono
riversi lungo la riva stagnante del fiume; l'aria è irrespirabile
per la micidiale puzza che proviene dai resti putrefatti, oramai
in stato di decomposizione; nel frattempo, sono state prese
d'assalto da migliaia di persone le vasche delle fontane, come
pure le piscine pubbliche, ma purtroppo, nonostante la misera
quantità di acqua sporca che esse contengono, galleggiano manichini
privi di vita; nel cielo decine e decine di avvoltoi sono in aspettativa
di quelle povere persone distese per terra a bocca
aperta ridotte al lumicino; tuttavia i soccorsi stradali cercano
invano di soccorrerli ma pure loro stramazzano al suolo per dispendio
di energie; l'esercito è intervenuto con tempestività, ma poco dopo è stato costretto a ritirarsi nelle chiese nel disperato bisogno di refrigero, i preti però, anch'essi in balia del caos, si sono scagliati in mutande contro di loro, respingendoli fuori a suon di mazzate e calci nel sedere. Insomma, analizzando questa mostruosa situazione, sembra scontato di essere arrivati alla frutta.
Io me ne sto all'ombra dei miei pensieri, con la sigaretta accesa e osservo senza angoscia la gente che va in "fumo;" nel contempo, aspetto senza ansia la morte, la quale, come una puttana non esiterà un solo istante ad accogliermi dentro la sua fogna nera; e mi accorgo solo adesso, che pur brutta sia la morte, essa in realtà è come la vita, in quanto: "Prima si muore dal troppo caldo, poi si muore dal troppo freddo". "Adesso dove la trovo la maglia di lana e tutto il resto, per proteggermi da questo dannato clima siberiano?" DRIIIIN... Suona la sveglia e guardo fuori, sta nevicando: "Firenze mi aspetta come una sposa vestita di bianco. La vita continua!
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