Formiche numerate






 Devo fare qualcosa 

prima di andare a lavorare.

Devo dire quello che penso

prima che venga Natale.

Il mattino è propizio per nuove impressioni,

devo approfittare prima di andare.

Il lavoro è un contenitore

di formiche numerate,

con i soliti passi e movimenti

che fanno di te un robottino operaio

senza ali per non pensare,

senza sogni per non volare.

Devo dare il meglio di ciò che so fare,

facciamo presto prima di andare a lavorare,

senza paga non puoi campare;

ma la voglia di raccontare 

fa di me uno diverso

 dallo stare in fila ad aspettare

il tempo sempre uguale.

Devo dire qualcosa prima di timbrare,

qualcosa dove il tempo lo si può afferrare.

Il lavoro non può attendere,

fai una scelta folle se lo vuoi cambiare,

ci vuole coraggio ma si può fare;

quindi resto a raccontarmi le storie

imparate di quando per errore 

ero un numero tra tanti, lasciando a casa 

quello che oggi avrei potuto fare ieri.

Le formiche numerate a volte possono rompere le righe,

sostituendo i pugni ricevuti in apprezzabili carezze,

 pronte a elargire nuove certezze da creare .




“Se fossimo tutti identici, che monotonia! Stesso fisico, stessi pensieri – che cosa ci rimarrebbe da fare, se non sederci e morire dalla disperazione.

Non possiamo vivere come una fila di formiche, la diversità fa parte della vita umana.”

(Swami Vivekananda)








 






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