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La goccia

  Rimproverarsi senza esserne sicuri, riflettere fissando nel vuoto. Saper che la goccia  ancora oggi scava la roccia. Il tempo scorre e modella  gli ideali in prospettive diverse: sarà luce, oppure oscurità sulle lusinghe di cose incompiute. Immaginare, osservare, ascoltare, è tutto quel che scrivo a quel che dico sulle vicende della vita, sulla felicità,  sulla frustrazione, alla gloria che viene e va  nei fuochi perversi dell'umanità. Insomma, chi siamo in realtà, se non pezzi di carne con una scatola grigia con dentro le nostre convenzioni sociali ognuna diversa dagli altri. Nessuno ricorda quando si nasce, come nessuno sa dopo la morte. Godersi la vita è l'unico modo per togliersi di dosso tutto quello che nuoce, perché quando sai di non sbagliare, non esiste una ragione plausibile che possa adeguarsi  alla politica, a religioni, o pirati d'ogni specie, sarebbe rischiare di naufragare. E io non so nuotare .

Poesie d'autore



Mia soave, di cosa odori?
Di che frutto? Di che stella? Di che foglia?
Presso il tuo piccolo orecchio o sulla tua fronte
mi chino, ficco il naso tra i capelli e il sorriso,
cerco di riconoscere, la stirpe del tuo aroma: e
soave, ma non è fiore, non e' coltellata di
penetrante garofano o impetuoso aroma di violenti
gelsomini, e' qualcosa, e' terra, e' aria, mele o legnami,
odore di luce sulla pelle, aroma della foglia dell'albero
della vita con polvere di strade e freschezza d'ombra
mattutina alle radici, odor di pietre, di fiume, ma piu' '
simile a una pesca, al tepore del palpito segreto del
sangue, odore di casa pura e di cascata, fragranza di
colomba e capelli aroma della mia mano che perlustro'
la luna del tuo corpo, le stelle della tua pelle stellata,
l'oro, il grano, il pane del tuo contatto, e li, per tutta la
lunghezza della tua luce furiosa, sulla tua circonferenza
d'anfora, sul calice, sugli occhi del tuo seno, tra le tue
ampie palpebre e la tua bocca di schiuma, su tutto lascio',
la mia mano lascio' odor d'inchiostro e selva, sangue e
frutti perduti, fragranza di obliati pianeti, di puri fogli
vegetali, li il mio stesso corpo sommerso nella freschezza
del tuo amore, amata, come in una sorgente o nel suono
di un campanile lassu' tra l'odore del cielo e il volo degli
ultimi uccelli, amore, odore, parola della tua pelle, dell'idioma
della notte nella tua notte del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore sale il tuo aroma come dalla terra la luce
fino alla cima del ciliegio: sulla tua pelle io fermo il tuo
palpito e odoro l'onda di luce che ascende, la frutta
sommersa nella sua fragranza, la notte che respiri, il sangue
che esplora la tua bellezza fino a giungere al bacio che mi
attende nella tua bocca




P. Neruda


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Canzone D'autunno




I singhiozzi lunghi
dei violini d'autunno
mi feriscono il cuore
con languore monotono.

Ansimante e smorto,
quando l'ora rintocca,
io mi ricordo dei giorni antichi
e piango;

e me ne vado nel vento ostile
che mi trascina di qua' e di la'
come la foglia morta.


P.Verlaine



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